L’incredibile Hard Disk da 32 TB: utilizza dei laser per raffreddarsi

L’azienda Seagate ha presentato il suo Hard Disk più potente di sempre, con una capienza sbalorditiva di 32 TB univoci.

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Seagate sta finalmente offrendo il suo Hard Disk da 32 TB, ovvero il più grande di sempre: uno sbalorditivo traguardo inglobato in una singola unità, reso possibile dalla tecnologia che utilizza laser per riscaldare e raffreddare piccole sezioni di un piatto, in un nanosecondo

Hard Disk 32 TB: il più grande del mondo

L’azienda ha lavorato sulla tecnologia di registrazione magnetica assistita dal calore (HAMR) per 17 anni e lo scorso anno ha confermato di esserci riuscita. Le unità Mozaic 3+ da 32 TB sono ora entrate in produzione di massa e stanno per essere messe in vendita al pubblico.

Per aumentare la capacità del disco rigido, gli ingegneri cercano di inserire più bit di dati, o “grani”, su ciascun piatto del disco: aumentano la densità dei bit stipati in ogni pollice quadrato di spazio superficiale. Più bit su un disco significa che è possibile memorizzare più dati.

Ma quando la densità dei bit è aumentata, i grani sono più vicini, così vicini che il magnetismo di ogni granello può influenzare la direzione magnetica dei grani vicini ad esso. La stabilità di ogni grano a temperature normali (“stabilità termica”) diventa un problema; l’unico modo per risolverlo è fabbricare il piatto a disco utilizzando nuovi materiali, che rendono i grani più stabili termicamente, in modo che i grani non si influenzino a vicenda.

Questa soluzione funziona! In particolare, rende ogni bit molto stabile anche a temperatura ambiente, ma introduce un secondo problema: come si costringe un bit molto stabile a cambiare la sua direzione magnetica quando si desidera? Come si scrivono nuovi dati sul disco rigido, se i grani sono termicamente molto stabili?

L’azienda ha deciso molto tempo fa che la soluzione era quella di riscaldare momentaneamente una sezione microscopica del disco, abbastanza grande da scrivere un singolo bit di dati su di esso. Ha inventato questo approccio HAMR nel 2007, e da allora ci ha lavorato, fino a renderlo possibile per tutti.

Per scrivere nuovi dati, un piccolo diodo laser collegato a ciascuna testa di registrazione, riscalda momentaneamente un piccolo punto sul disco, il che consente alla testa registrazione di capovolgere la polarità magnetica di un singolo bit alla volta, consentendo la scrittura dei dati. Ogni bit viene riscaldato e si raffredda in un nanosecondo, quindi il laser HAMR non ha alcun impatto sulla temperatura dell’unità o sulla temperatura generale, sulla stabilità o sull’affidabilità del supporto nel complesso.

Non sono ancora certi i prezzi di queste unità così pazzesche, ma di sicuro saranno destinate solo ad aziende del settore tech, cinematografico e fotografico, al momento del lancio, proprio per gli enormi costi di produzione.

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